A.I., QUANDO
L'ESSERE UMANO
DIVENTA
SOSTITUIBILE

Se volete capire qualcosa di più di ciò che sta succedendo nel mondo della tecnologia, vi suggerisco due libri che non trattano di tecnologia. Il primo del 1982 di John Naisbitt (“Megatrends: Ten New Directions Transforming Our Lives”) e il secondo di Nassim Taleb (“Il Cigno Nero”) del 2008. Il libro di Naisbitt va letto cercando di guardare la realtà odierna in ciò che è stato teorizzato più di 40 anni fa. Infatti i megatrend sono eventi in grado di produrre cambiamenti globali che implicano significativi influenze ed impatti sul futuro (positivi o negativi). Leggendolo, si rimane sbalorditi nel constatare la capacità visionaria di alcuni personaggi. Il secondo, per comprenderlo appieno, va letto dopo essersi laureato in Scienze Statistiche ma posso riassumervelo riportando due frasi del libro: 1) “…Una cosa ha funzionato in passato finché, inaspettatamente, smette di funzionare, e quello che si è appreso dal passato risulta nel migliore dei casi irrilevante o falso, e nel peggiore pericolosamente ingannevole…”; 2) “…Nessuno sapeva niente, ma i pensatori dei ceti colti erano convinti di sapere più degli altri perché facevano parte di un’élite, e se si fa parte di un’élite si sa automaticamente più di coloro che non ne fanno parte…”. In pratica, usare il passato per predire il futuro serve a poco, visto che non si può predire ciò che non è mai accaduto. Chi lo fa è perché si è convinto di poterlo fare. Poi arriva il “cigno nero” (l’evento imprevedibile) e tutti restano senza parole. A questi libri, permettetemi di aggiungere altre due “frasi fatte” che nella loro semplicità nascondono altre verità: 1) ad ogni azione corrisponde una reazione; 2) la necessità aguzza l’ingegno. Tra breve capirete.

Una figura che considero mitologica dello scenario tecnologico, Steve Jobs, non solo avrà letto i due libri menzionati ma probabilmente sarà anche stato soggetto di studio da parte dei due autori. Come il suo amico/nemico Bill Gates, Jobs considerava il computer l’innovazione tecnologica del futuro. Nel 1985 predisse che ogni famiglia ne avrebbe avuto uno e ce ne sarebbe stato uno su ogni scrivania, e sarebbe stato usato per scrivere, archiviare, calcolare, giocare, ascoltare musica, comunicare con altri o anche disegnare. La sua visione dello strumento spaziava tra la potenzialità per il lavoro da casa e l’impiego scolastico ed educativo in regioni remote. Era così avanti che sognava la possibilità di fare una domanda all’autore di un libro (non a caso al peripatetico Aristotele) e ricevere prontamente una giusta risposta. Era convinto che per fare tutto ciò bastasse dare al PC le istruzioni e il software adeguato. Suona familiare? Purtroppo, Jobs ci lasciò nel 2011 ma la sua visione ci ha accompagnato, ci sta accompagnando e ci accompagnerà ancora per qualche anno. Quella visione pare sia alla base del perché il titolo azionario della Apple sia uscito indenne dal recente crollo dei mercati azionari in seguito al lancio della cinese DeepSeek. A differenza di altre aziende, la Apple di Jobs si è molto concentrata sulla tecnologia da consumo evitando il duro mercato dei Personal Computer. Steve Jobs era convinto che a costruire i PC sarebbero state poche aziende, ma le cose sono andate diversamente al punto che persino la gigantesca IBM si è vista costretta ad abbandonare il segmento. La Apple decise di puntare più su dispositivi di largo consumo (iPhone, iPad, iPod…) differenziandosi dalla concorrenza puntando su prestazioni, innovazioni ed estetica.

Inoltre, la scelta di sviluppare in casa programmi, molte componenti, tra cui i microchip, e persino la propria IA (che giocando sulle iniziali delle parole è stata chiamata Intelligenza Apple) l’ha resa indenne dallo shock nei mercati di questi giorni. Per chi solo da qualche tempo si sta informando sull’Intelligenza Artificiale, senza entrare in dettagli tecnici più difficili da spiegare che da comprendere cerco di spiegare con un (banale) esempio come l’IA ci dovrebbe/potrebbe interessare. Il sogno di Steve Jobs di fare una domanda ad Aristotele e ricevere una risposta è ciò che si definisce Intelligenza Artificiale generativa, nel senso che genera una risposta a un nostro quesito. Per chi possiede il giocattolo domestico Alexa, è il software che le consente di dirci che ora è quando glielo chiediamo. È quindi una applicazione oggigiorno semplice e anche molto commerciale e la troviamo nei telefoni cellulari e altri dispositivi. L’IA agentica (dalla definizione di agente quale operatore incaricato di compiti) è un livello di utilizzo superiore, capace di risolvere problemi anche complessi, senza l’intervento dell’essere umano, che potrebbe avere effetti ancora inimmaginabili su tanti aspetti della nostra vita personale e anche professionale. Volete vedere come? Immaginate (oggi stesso) di essere un agente immobiliare che necessita di creare una pubblicità per un immobile da mettere in vendita. Andrete sulla pagina del vostro programma pubblicitario professionale e scriverete nello spazio apposito quanto segue: “Vai all’’archivio fotografico su questo PC e scegli, tra tutte le foto dell’immobile XX, le più chiare e spaziose e quelle che mettono in risalto l’attrattività per i seguenti clienti … poi crea tre diverse pubblicità inserendo le descrizioni dell’appartamento che trovi nel documento XXX, usando i seguenti testi… e pubblica sul social XXX… controlla le statistiche di visualizzazioni ogni 3 ore e dimmi quale è più efficace in termini di “like” …acquista spazio pubblicitario su Facebook per la durata di XXX giorni, controlla le statistiche di visualizzazioni ogni 24 ore, dammi un report di performance e dimmi se vi sono modifiche da fare alla pubblicità… paga la fattura di Facebook usando il conto corrente numero XXX della banca XXX.”

Vi sembrerà fantascienza ma non lo è. Ho provato due giorni fa a crearmi uno di quei video, che in questi giorni spopolano sui social, di personaggi che si detestano ma che si abbracciano, e la app, che potete scaricarvi gratuitamente, mi ha chiesto istruzioni dettagliate su cosa volessi, esattamente come l’esempio di sopra. Ora se giocate di fantasia e sostituite il soggetto dell’esempio con ciò che più vi aggrada, e non necessariamente per questioni pubblicitarie, confermerete che l’esempio è interscambiabile e applicabile in infiniti settori professionali. La “insostituibilità” dell’essere umano non è più in discussione. Non c’è competizione in termini di costo e tempo con l’IA. E, vi avverto, è una guerra persa. Uno dei “megatrend” indicato nel libro di Naisbitt del 1982 era che in futuro la tecnologia sarebbe diventata più accessibile e integrata nella vita quotidiana con applicazioni avanzate e “user friendly” e sviluppate attorno ad esigenze comuni. Ma questa non è la frase introduttiva di qualunque libro sull’IA?

Su di essa si sono buttati a capofitto imprenditori, politici e ricercatori di ogni nazionalità (come vuole la teoria dei megatrend). Sono stati spesi chissà quanti denari (e ne sono stati promessi ancora di più) facendo la fortuna di tanti. Tanti sono stati anche persi. Ed ecco che ci viene in aiuto il secondo libro. L’evento improbabile, impossibile, imprevedibile (il cigno nero) che scombussola ogni cosa e cambia il paradigma di turno è arrivato. Nel nostro caso, di paradigmi, ne ha cambiati più di uno. Partiamo dal fatto che servono parecchi soldi per sviluppare gli “ingredienti” della tecnologia: microchip ad altissime prestazioni, programmi avanzatissimi, programmatori geniali, capacità produttive di livello altissimo, memorie potentissime nonché il tempo per realizzare tutto ciò. L’idea imprenditoriale di DeepSeek dice di no. E chissà che non sia vero. Poi abbiamo la convinzione che per garantire il dominio del mondo occidentale nel campo della tecnologia di alto livello e spazzare via la concorrenza proveniente da altri paesi (leggi Cina) basta applicare dazi e ogni sorta di impedimento alla vendita di tecnologia a quei paesi (leggi Cina, Russia, Iran) per impedire il loro progresso in materia. L’idea imprenditoriale di DeepSeek dice di no. E chissà che non sia vero. Ora pensate alle due “frasi fatte” che vi ho suggerito (che ad ogni azione corrisponde una reazione e che la necessità aguzza l’ingegno) e ditemi se non sono vere. L’idea imprenditoriale di DeepSeek dice di si. E pare che sia vero, perché è cinese. Mi domando se era questo il mondo che Steve Jobs aveva in mente. Accidenti! Il mio iPhone 16 mi dice che non è raggiungibile.

(2 - continua)



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